“Non insegno la poesia, ma la condivido”

Èmotions scindèes

Sabato 26 settembre le classi 5aB e 5aD del Liceo Classico “De Castro” sono state coinvolte in un laboratorio di poesia tenuto dal poeta Nina Kibuanda, grazie alla collaborazione con Marina Casta della libreria Mondadori, presidente dell’Associazione Heuristic e direttore artistico di Leggendo Ancora Insieme.

 Originario della Repubblica democratica del Congo, trasferitosi in Francia all’età di 12 anni, ha raccontato, in francese, con la mediazione linguistica dalla prof.ssa Tonina Zanda, la sua vita proprio a partire dal 1989.

E quel racconto ci presenta un ragazzino che, appena arrivato dal Congo in Francia, non conosce il francese e per questo viene irriso dai compagni di classe, tanto da rispondere con la violenza ed essere punito con una nota disciplinare, che deve essere firmata dai genitori. Ma questi ultimi reagiscono picchiandolo e lui comincia a percorrere una strada, metaforica e reale, fatta di “fesserie”, di errori su errori, di incontri sbagliati e un tentativo di suicidio fino a che non incontra Pauline, il suo primo amore, che gli mette il cuore in pace e lo aiuta a studiare e insieme al professore di francese, che gli fa conoscere la poesia, fa sì che egli diventi il terzo della classe: anche quando sembra che tutto sia finito, in realtà la vita continua, “non è mai la fine del mondo”. Legge il suo primo libro a 18 anni e da allora ama la poesia e arriva fino alla scrittura poetica: il libro che è stato presentato al De Castro, Èmotions scindèes, è la sua opera prima, ma non l’unica, e proprio il suo professore di francese, quello che lo aveva spinto alla lettura, ne ha curato la prefazione. E dopo la poesia arriva il teatro, luogo nel quale capisce cosa sia la vita, perché “il teatro è la vita di tutti i giorni, e con le azioni di ogni giorno scriviamo la nostra vita”. Da dieci anni Nina Kibuanda è anche docente di teatro ed è una vera forza della natura, un vulcano di emozioni che prova e trasmette.

La lezione di teatro e poesia è diventata per una quarantina di studenti del De Castro una lezione di vita, in cui sono entrate tematiche come il bullismo, la capacità/incapacità di esternare i propri sentimenti, la relazione con chi viene percepito come “diverso”, l’apartheid, la scuola come áncora di salvezza, il rapporto con la famiglia e gli amici, la conoscenza e la coscienza del mondo circostante e di sé. E la poesia. La poesia slam, una svolta per lui dopo il rap, che “imprigiona” nella musica, mentre la poesia slam è libertà, è parola che si forma nella nostra testa e deve essere scritta o detta e, associata alla musica jazz, diventa una nuova forma poetica.

Dora Pinna